Anche la catena di grande distribuzione tedesca Lidl è stata infiltrata da Cosa Nostra. Questo il risultato di una più ampia inchiesta che ha portato all’arresto di 14 persone, condotta dal pool antimafia di Milano, con il procuratore aggiunto Ilda Boccassini, il pm Paolo Storari insieme alla Guardia di Finanza di Varese e alla Squadra Mobile della Questura di Milano. Il risultato per la società è l’amministrazione giudiziaria per sei mesi di quattro delle dieci direzioni generali della Lidl in Italia, precisamente in Lombardia, Piemonte e Sicilia, le quali gestiscono più di duecento punti vendita e quattro centri logistici. Ad essere coinvolto è il clan dei Laudani, originario di Catania. Tra i reati contestati l’associazione a delinquere finalizzata al compimento di reati tributari, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, ricettazione, appropriazione indebita, favoreggiamento e corruzione.
Dall’indagine, avviata già nel giugno del 2015, emerge come la famiglia mafiosa dei Laudani avesse e sfruttasse contatti all’interno dell’organico Lidl attraverso consorzi di cooperative collegate al membro del clan Orazio Salvatore di Mauro, operanti nel settore della logistica e della vigilanza privata. Secondo le carte dell’inchiesta, il clan avrebbe ottenuto appalti di servizi e posti di lavoro, in Sicilia ed in Piemonte, attraverso dazioni di denaro corruttive. Interessante risulta la differenza dei metodi utilizzati tra le sedi del Nord e del Sud Italia: pare infatti che per i centri siciliani l’aggiudicazione degli appalti avvenisse attraverso un interessamento del clan mafioso, previo pagamento da parte degli imprenditori coinvolti all’organizzazione criminale; al Nord, i pagamenti sarebbero invece stati effettuati in maniera diretta e corruttiva a dirigenti della Lidl Italia compiacenti.
La Lidl (nome completo Lidl Stiftung & Co KG) è una catena europea (circa 10.000 punti vendita in 26 stati) di supermercati, fondata in Germania nel 1930 dalla famiglia Schwarz, appartenente oggi alla Holding company Schwarz Gruppe. Dall’apertura del primo punto vendita nel 1992 ad Arzignano, in provincia di Vicenza, oggi Lidl conta più 600 filiali aperte sul territorio italiano, confermandosi protagonisti del mercato che opera con la formula distributiva del Discount. Lidl non è indagata come società ma secondo i magistrati “la carenza di controlli interni ha fatto sì che l’attività imprenditoriale finisse per colposamente agevolare esponenti mafiosi”. La finalità dell’amministrazione giudiziaria è quella di contrastare la contaminazione mafiosa di imprese sane per restituirle il più rapidamente possibile al libero mercato. L’azienda si è resa subito disponibile a collaborare con le autorità per chiarire la vicenda quanto prima.
Oltre ad aver assunto la gestione della multinazionale tedesca in quattro direzioni generali italiane, il pool antimafia milanese ha proceduto a commissariare le società di sorveglianza privata dal Tribunale di Milano con più di 600 lavoratori ed è entrata al Comune di Milano per un fatto di corruzione legato ad un appalto scolastico. I tre interventi che avrebbero determinato 14 arresti (11 in carcere e 3 ai domiciliari), ordinati il 15 maggio 2017, e tutti del clan Laudani. Come sottolineato dalla procuratrice Ilda Boccassini, si tratterebbe di una dilagante corruzione nel capoluogo lombardo.