Amburgo, cocaina e corruzione: solo i controlli non bastano

Helena Raspe vertritt mafianeindanke beim grünen Sicherheitskongress in Hamburg 2024.

Oltre a migliorare la sicurezza del porto, Mafianeindanke chiede un approccio olistico alla politica sulle droghe in collaborazione con i partner dell’America Latina.

Il 10 febbraio scorso, Helena Raspe, per conto di Mafianeindanke, ha partecipato ad una tavola rotonda con Sina Imhof, membro del partito dei Verdi, Jan Reinecke, presidente del BDK ( Bund Deutscher Kriminalbeamter) di Amburgo e Christian Beisch, presidente della sezione distrettuale del BDK. I temi discussi nella suddetta tavola erano la ‘ndrangheta in Germania, la sicurezza del porto di Amburgo e la nuova politica sulle droghe.

Più controlli nel porto di Amburgo

I partecipanti si sono espressi all’unanimità sulla questione che le autorità tedesche hanno bisogno di una strategia di controllo standardizzata. Le dogane e le forze di polizia devono essere rafforzate in termini di personale, formazione specializzata e ulteriori opportunità di formazione e lo scambio di informazioni con le altre autorità europee deve essere ampliato. Le indagini strutturali sono essenziali per andare a fondo di un problema complesso come il traffico internazionale di droga.  Questo deve includere anche indagini riguardanti i gruppi della criminalità organizzata italiana (IOK) presenti sul territorio che non si devono fermare davanti ai cosidetti “Nobel-Italiener”, ristoranti italiani eleganti e di successo che spesso tra gli ospiti hanno anche politici ed altri funzionari dello stato. Inoltre sono state discusse anche le misure contro la corruzione dei dipendenti portuali, tra cui la formazione obbligatoria durante la fase di inserimento, il miglioramento dei contratti collettivi, i meccanismi anonimi per gli informatori (whistleblowing) e dei controlli di sicurezza obbligatori. Nello specifico, il porto di Amburgo richiede un miglioramento dei controlli tecnici dei flussi di cocaina, uno standard di sicurezza più elevato e, imprescindibile, un migliore scambio transfrontaliero di informazioni. In termini di aggiornamento tecnico, Amburgo può imparare da Anversa e Rotterdam.

Un approccio olistico al commercio internazionale di cocaina

In generale, il dibattito sulla politica delle droghe nello Stato tedesco si concentra principalmente sugli aspetti riguardanti la politica sanitaria ma ne ignora altri importanti: il consumo e il commercio di cocaina in Germania finanziano numerosi crimini contro i diritti umani in tutto il mondo, soprattutto in America Latina. La ‘ndrangheta, che muove i fili del traffico transatlantico di droga in collaborazione con altre strutture criminali, ne trae enormi profitti. Questi vengono riciclati o reinvestiti in territorio tedesco attraverso metodi sofisticati, alimentando anche il contrabbando di armi, che diventa sempre più fiorente e redditizio.

“Il potenziamento della sicurezza portuale non deve fermarsi qui”, afferma Helena Raspe, “anzi è giusto agire in modo preventivo per evitare che le organizzazioni criminali si radichino nel porto di Amburgo inteso come punto strategico per il traffico della cocaina, e che attirino non solo sempre di più i giovani ma che favoriscano un’ulteriore escalation di violenza. Noi sosteniamo u approccio olistico: ciò significa discutere seriamente alcune proposte di regolamentazione o legalizzazione avanzate dai governi progressisti dei paesi partner latinoamericani nei forum internazionali e abbandonare finalmente le politiche fallimentari del proibizionismo, interventi militari e distruzione chimica delle colture. Come associazione non lottiamo contro la droga per motivi morali, ma siamo impegnati a combattere la criminalità organizzata intesa come forza transnazionale che distrugge la democrazia”.

Mafianeindanke chiede l’istituzione di un osservatorio indipendente sulla criminalità organizzata che raccolga le conoscenze in questo settore, metta in contatto gli esperti e crei un’interfaccia innovativa tra la società civile e lo Stato. L’associazione accoglie favorevolmente gli approcci progressisti alla politica sulle droghe che vanno oltre gli aspetti del diritto penale e affrontano anche quelli sociali ed ecologici, come per esempio nel documento strategico del 2021 dei deputati Irene Mihalic, MdB, Sina Imhof, MdHB e Katharina Schulze, MdL Bayern.