L’attività bancaria Hawala e i fornitori di pagamento non autorizzati – un modello diffuso per il riciclaggio di denaro

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Le tipologie e i metodi di riciclaggio sono soggetti a continui cambiamenti. Le nuove tecnologie all’interno e all’esterno del settore finanziario, come l’utilizzo di criptovalute (ad esempio Bitcoin, Etherum o Ripple), vengono impiegate dai riciclatori professionali per nascondere le tracce di denaro in modo ancora più efficiente, rendendo così più difficili le indagini e appropriandosi in modo permanente dei beni illegalmente generati.

Le operazioni di pagamento di massa sono vulnerabili per il riciclaggio di denaro, anche le transazioni di pagamento legali

Ciò non significa che i riciclatori di denaro non utilizzino più le modalità tradizionali. È un mito spesso ripetuto, che il settore finanziario oggi sia meno a rischio di riciclaggio rispetto al settore non finanziario, grazie ad una disciplina più stringente. Infatti, tra le operazioni bancarie, quelle offerte dai prestatori di servizi di pagamento di massa autorizzati dalla BaFin (autorità federale di vigilanza finanziaria tedesca), incluse le banche che operano nel settore retail, sono particolarmente vulnerabili. La loro efficienza è dovuta alla velocità nel trasferire fondi in pochi secondi, attraversando l’intero globo, dal conto del cliente al conto del destinatario.  Con la globalizzazione e l’abolizione in gran parte dei controlli sul traffico di capitali, non esistono più barriere statali, quindi sia il denaro legale che quello illegale ne traggono vantaggio. In base ai parametri europei, in futuro, i c.d. pagamenti istantanei dovranno essere elaborati entro 10 secondi in Europa: il relativo regolamento europeo sta per essere approvato. Nelle operazioni di pagamento senza contanti, il denaro bancario viene trasferito da un conto a un altro utilizzando bonifici bancari, assegni, moneta elettronica o pagamenti con carta. Basti pensare che nel solo 2021, nell’area della Banca Centrale Europea sono state effettuate 114 miliardi di transazioni di pagamento senza contanti.

Nella quotidianità di una banca, i rischi di riciclaggio di denaro esistono sempre, anche per gli istituti bancari che adempiono correttamente agli obblighi organizzativi previsti dalla legge sull’antiriciclaggio. Tra questi ricadono tra altri l’utilizzo di sistemi di monitoraggio supportati da tecnologie informatiche nella loro gestione interna del rischio, verifiche adeguate alla clientela seguendo la Customer Due Diligence e filtrando in modo parametrico le transazioni che risultano sospette. Successivamente queste transazioni vengono sottoposte a un dettagliato controllo manuale insieme agli altri dati disponibili sul cliente. La finalità di questi sistemi di controllo è quello di utilizzare parametri basati sulla conoscenza empirica delle tipologie di riciclaggio per filtrare le transazioni e le diverse combinazioni per verificarne la rilevanza ai fini del riciclaggio e adottare così le opportune misure di sicurezza, inclusa la presentazione di una relazione all’UIF (Unità di informazione finanziaria) ai sensi dell’articolo 43 della normativa tedesca sul riciclaggio (GwG).

Sistemi di trasferimento vietati nelle transazioni di pagamento – l’esempio delle banche Hawala

Oltre ai fornitori di servizi di pagamento autorizzati e controllati dall’autorità di vigilanza dei mercati finanziari – BaFin – e ai sistemi di pagamento monitorati dalla Banca Centrale Europea, esistono anche sistemi di pagamento consolidati e vietati (informali). Quest’ultimi operano nel settore dei trasferimenti finanziari, in particolare per i pagamenti in tempo reale verso paesi come il Medio Oriente, l’Africa occidentale, l’India e la Repubblica Popolare Cinese. Vengono utilizzati con successo per il riciclaggio di denaro. È opportuno sottolineare che le banche Hawala o banche clandestine vengono utilizzate anche per finanziare il Terrorismo.

Questo servizio non viene pubblicizzato apertamente, bensì viene offerto a una clientela selezionata o alla criminalità organizzata. È interessante notare che l’isolamento etnico di tali sistemi sta diventando sempre meno importante nell’era della globalizzazione – così come nel caso di diverse strutture regionali delle mafie in Italia. Ciò lo dimostrano i gruppi di chat delle reti Hawala che sono stati scoperti e intercettati con successo dalle autorità investigative, a testimonianza che non sussistono più segni di tale isolamento.

Se originariamente l’Hawala era utilizzato come mezzo per trasferire somme di denaro in nazioni in cui non esisteva una fitta rete bancaria formalmente autorizzata o in cui, come per esempio in Iraq, le reti legali sono state distrutte da atti bellici e da sanzioni finanziarie nelle transazioni di capitale e di pagamento, attualmente invece, viene sempre più utilizzata per il riciclaggio di denaro, per l’evasione fiscale, per aggirare i controlli sui capitali dei singoli Paesi e infine per il finanziamento del terrorismo.  Altro esempio è la percentuale di transazioni da e verso la Turchia che passa attraverso questi sistemi: questa è superiore alla media, anche se la Turchia dispone di un moderno e formale sistema bancario.

I fornitori autorizzati di servizi di pagamento e sottoposti a vigilanza sono soggetti all’obbligo di documentazione di cui alla sezione 8 della normativa tedesca sul riciclaggio (GWG). Oltre a tenere i registri aziendali in base al diritto commerciale, essi devono rendere nota l’identità di chi paga e di chi riceve, documentarla e tenerne traccia. A differenza dei fornitori di servizi di pagamento autorizzati, gli hawaladar in genere non utilizzano sistemi informatici complessi per rielaborare i pagamenti, altresì spesso vengono impiegati semplici strumenti di documentazione come quaderni o informazioni memorizzate sui telefoni cellulari.  Le reti si fondano sulla fiducia. C’è un codice che indica al hawaladar nella destinazione quale somma versare al destinatario.

È diffusa la posizione – anche dalla Banca Mondiale o dalla politica di sviluppo in generale – che i sistemi hawala sono utilizzati principalmente dai migranti per trasferire piccole somme (i cosiddetti pagamenti delle rimesse) ai parenti nel Paese d’origine, poiché le commissioni per i pagamenti hawala sono più basse rispetto al settore finanziario regolamentato e i trasferimenti sono più veloci rispetto ai fornitori di servizi autorizzati come Western Union o Money Gram. Ciò è implicitamente connesso alla richiesta di regolamentare i sistemi hawala in modo lassista o se non addirittura di non regolamentarli affatto.

Fortunatamente tale richiesta non è stata accolta favorevolmente dalla GAFI (Groupe d’action financière), l’organismo internazionale che stabilisce gli standard contro il riciclaggio di denaro. La realtà è diversa. Tali sistemi suscitano anche l’interesse delle aziende, in quanto possono garantire flussi di pagamento non trasparenti, l’anonimato e l’assenza di una traccia cartacea.  La natura clandestina del sistema Hawala, l’anonimato e la sua discrezione, attirano una variegata utenza: non solo commercianti di tappeti o persone che vogliono aiutare i propri parenti rimasti in terra di origine. Il presunto più grande banchiere hawala del mondo, un uomo d’affari indiano, avrebbe movimentato due miliardi di dollari al giorno. Tra i suoi clienti figurano anche cartelli della droga latinoamericani e organizzazioni terroristiche. Nel 2022 è stato scoperto un sistema hawala spagnolo-britannico che aveva superato i 200 milioni di Euro per diverse organizzazioni criminali.  Nel 2019 è stata scoperta una rete di questo tipo in diversi Stati Federali tedeschi e nei Paesi Bassi, la quale avrebbe contrabbandato oltre 200 milioni in Turchia.  Nell’ottobre 2021, le indagini hanno rivelato che oltre 140 milioni di euro sono stati convogliati attraverso un sistema nella regione della Westfalia.

La vigilanza “cieca” della BaFin

In riferimento alla regolamentazione e al controllo del settore non autorizzato dell’attività di trasferimento finanziario, l’Hawala Banking è attualmente oggetto di un’attenzione troppo limitata da parte della BaFin a livello dirigenziale e da parte del Ministero federale delle finanze, responsabile della supervisione tecnico-legale della BaFin. La giustificazione data a tale comportamento si ravvisa nella necessità di un impegno delle forze dell’ordine e nella concezione che si tratta comunque di “pesci piccoli”. Nel suo rapporto, la GAFI Germany Audit 2022 ha criticato questa lacuna nell’attuazione degli standard GAFI da parte della BaFin, ma da allora tutto resta invariato.

Attualmente la Bafin non ha individuato alcun ufficio specializzato nell’osservazione delle operazioni di trasferimento finanziario non autorizzate, così come il Bundeskriminalamt. Per questo motivo, non sorprende che sia la Bafin che le autorità investigative non siano a conoscenza del grado di distribuzione, della portata dell’attività o dei metodi utilizzati dai fornitori di Hawala (BT-Drs. 19/16621). Sebbene nei singoli stati federali siano disponibili le risultanze dei procedimenti penali, queste non sono raccolte in un unico database a livello nazionale. Certamente questi risultati potrebbero tornare utili per sensibilizzare non solo l’economia quanto il settore finanziario. Negli anni Duemila, la Bafin e il suo predecessore BAKred si erano impegnati in tale senso. All’epoca, il numero di segnalazioni di attività sospette all’UIF sull’Hawala Banking era notevolmente superiore a quello attuale e decine di operatori non autorizzati del settore dei trasferimenti finanziari, in particolare verso l’Iran e il Kosovo, sono stati estromessi dal mercato dall’autorità di vigilanza. Orbene, come ha giustamente sottolineato Huth (Geldwäsche & Recht 03/2021), la polizia e la magistratura non dispongono attualmente del personale e del supporto materiale necessari per perseguire l’attività bancaria Hawala, nonostante la sua estrema importanza per la politica criminale.

Valutazione normativa e penale del sistema Hawala

Chiunque fornisca servizi di pagamento, inclusa l’attività di rimessa di denaro, senza licenza o registrazione può essere perseguito ai sensi dell’art. 63 n°4, paragrafo 10 comma 1 della legge tedesca sulla vigilanza dei servizi di pagamento (ZAG), con una pena detentiva fino a cinque anni o una sanzione pecuniaria. Le transazioni possono essere vietate dalla BaFin e le transazioni regolate. Il presupposto per la realizzazione del reato di transazione di trasferimento finanziario e della disposizione penale non è che questi pagamenti siano utilizzati per spostare fondi di origine illegale. La sicurezza e la facilità delle transazioni di pagamento senza contanti, importanti per l’economia nazionale, sono alla base dei requisiti specifici di accesso al mercato secondo lo ZAG (Ellenberger/Findeisen/Nobbe/Böger, Zahlungsverkehrsrecht  III edizione ZAG art. 1 RN 101). Non è quindi necessario dimostrare l’esistenza di riciclaggio di denaro o di finanziamento del terrorismo come scopo di pagamento per un divieto o un procedimento penale ai sensi dell’art. 63 n°4 (ZAG).

Questo meccanismo di vigilanza è conforme alla direttiva europea sui servizi di pagamento. La Germania è stata più veloce dell’Unione europea e aveva già creato sette anni prima, degli standard comparabili (Findeisen, WM 2000, pp. 2125).

La Corte Suprema Federale tedesca in materia penale ha recentemente classificato tali reti non autorizzate del tipo Hawala in determinate circostanze come un’organizzazione criminale nazionale gestita in comune ai sensi dell’art. 129 comma 2 del StGB (codice penale), il che rende possibile indagare e sanzionare non solo l’operatore diretto di tali transazioni ma anche altri partecipanti come corrieri o agenti che lavorano per l’operatore.  A tal proposito, la definizione dei ruoli dei membri e la continuità dell’appartenenza all’associazione non sono importanti (per approfondimenti BGH risoluzioni del 28 giugno 2022 – 3 StR 403/20, juris Rn. 8 ff.; del 2 giugno 2021 – 3 StR 61/21, GHR StGB art. 129 comma 2 associazione 2 Rn. 7ff.). Tuttavia, l’organizzazione criminale non deve essere straniera, bensì nazionale (per le specificazioni si rimanda a BGH, risoluzione del 28 giugno 2022 – 3 StR 403/20, juris Rn. 19), pertanto il Ministero federale della Giustizia non ha bisogno di un’autorizzazione per perseguire tali reati in conformità all’art. 129b comma 1 frase 2 e all’art. 3 StGB (vedi BGH, risoluzione del 28 giugno 2022 – 3 StR 403/20, juris Rn.21). Ciò avviene, chiaramente nel caso in cui le strutture principali dell’organizzazione siano situate in Germania così come il fulcro delle loro attività (vedi BGH, risoluzione del 2 giugno 2021 – 3StR 61/21, NJW 2021, 2979 Rn.14; vedi BGH, risoluzione del 28 giugno 2022 – 3 StR 403/20 juris Rn. 20).

Come funziona questo genere di sistema di transazioni?

Le forme semplici di Hawala Banking tra due paesi tecnicamente funzionano secondo il “sistema a due vasi”: ad esempio, l’ordinante che vuole trasferire denaro dalla Germania a un determinato paese terzo, si rivolge a un commerciante che fa parte di una rete transfrontaliera. Questi esercizi commerciali riguardano per lo più gioiellerie, società di import-export, agenzie di viaggi, negozi di telefonia, aziende di logistica. Si contatta un commerciante che fa parte della rete nel luogo in cui si trova il destinatario e si paga l’importo a quest’ultimo senza che le banche debbano fungere da intermediari, tale importo viene solitamente pagato in contanti. Il mittente non possiede nessun conto presso l’esercizio commerciale così come nemmeno il destinatario.

Nel sistema a due vasi, entrambi i vasi devono essere ugualmente pieni affinché il sistema di compensazione funzioni facilmente. Ciò può causare delle difficoltà in alcuni paesi come la Somalia o l’Afghanistan poiché i pagamenti dalla Germania a questi paesi superano di gran lunga i pagamenti verso la Germania. Per questo motivo, i sistemi sono stati quindi estesi a diversi paesi destinatari, il che rende molto più difficile l’elaborazione in tempo reale.

In realtà non esiste (più) un metodo fisso per trasferire denaro nei sistemi Hawala. La modalità di pagamento in contanti dall’inizio alla fine della catena di pagamento, sta diventando sempre meno importante. Invece, l’interposizione di conti detenuti presso istituti autorizzati, alcuni dei quali gestiti come conti “fantasma” sta diventando sempre più rilevante. Per questa ragione, il reato di transazione di trasferimento finanziario è stato concepito fin dall’inizio come un reato “catch-all” per coprire tutte le varianti. Anche se i sistemi di contabilizzazione sono necessari in ogni caso. Se 10.000 Euro sono andati a Mogadiscio e solo 5.000 euro sono arrivati a Francoforte, l’importo mancante deve essere recuperato e ciò può avvenire tramite bonifico bancario tradizionale, addebito diretto o pagamento con carta di credito. Spesso però si ricorre a strutture più complesse, con molteplici rivenditori che regolano i saldi tra di loro, pertanto non sussistono limiti all’immaginazione.