La Giornata della Legalità: insieme contro la mafia

Giornata Della Legalita Maria Rosaria
“Sai chi erano Falcone e Borsellino?”
“No”
“Erano due giudici che lottavano contro la mafia per permetterti di essere felice”
...
“Puoi disegnare quello che vuoi, anche un calciatore”
“Ok grazie”
...
“Va bene però se scrivo - Non più mafia grazie a Falcone e Borsellino?”

23 maggio 2018, Giornata Nazionale della Legalità. Piazza Magione, quartiere della Kalsa, Palermo.

I giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono cresciuti in quel quartiere, hanno giocato in quelle strade, si sono sbucciati le ginocchia cadendo da quei muretti. Il 23 maggio quel quartiere prende vita, si riempie di bambini, adolescenti e giovani adulti. I folti gruppi di scolaresche si avvicendano tra i numerosi stand presenti nella piazza, dove i volontari delle associazioni antimafia, di impegno civile e sociale propongono attività legate al tema della legalità.

Mi trovo nello stand gestito dagli studenti dell’Università degli Studi di Milano, quando il piccolo Giuseppe, sei anni, si avvicina a me con la madre, chiedendomi quali attività stiamo proponendo. Gli spiego che con noi può preparare una pettorina da poter indossare durante il corteo in ricordo dei due Giudici uccisi nel 1992, oppure un semplice disegno da appendere per addobbare la nostra postazione. In quel momento gli faccio una domanda “Sai chi erano Falcone e Borsellino?”, il bambino risponde di no; perciò, proseguo spiegandogli che erano due persone che lottavano contro la mafia per permetterci di essere felici. In quel momento si agita, con il pennarello in mano fermo immobile, perché non sa cosa fare, così gli dico che può disegnare tutto quello che vuole, anche due calciatori. Dopo un attimo di pausa mi dice “posso scrivere niente più mafia grazie a Falcone e Borsellino?”, “Certo sarebbe bellissimo”.  

Giuseppe, con quel semplice gesto, è diventato un pezzo di memoria attiva, la quale è uno dei pilastri fondamentali della lotta alla mafia. Dobbiamo ricordare, perché la memoria tiene vive le coscienze e ci rende parti integranti del processo di cambiamento della nostra società.

Un altro pezzo di memoria attiva sono i 2000 studenti che per diversi anni, fino al 2019, hanno preso la Nave della legalità da Civitavecchia (porto sul litorale romano) per raggiungere Palermo nella Giornata della Legalità. La Nave della Legalità è stato un progetto del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca italiano, in collaborazione con la Fondazione Falcone. Le scuole di tutto il Paese potevano partecipare al concorso bandito dal Ministero dell’Istruzione con dei progetti sulla legalità, quelli più belli vincevano la possibilità di partire con la Nave per Palermo. Sull’imbarcazione si incontravano diverse realtà, dai ragazzi delle scuole superiore di Bolzano, ai bambini delle scuole elementari di Napoli, che in quell’occasione potevano scambiarsi le loro esperienze, ma soprattutto avevano la possibilità di sentir parlare magistrati, famigliari di vittime di mafia e scrittori, che decidevano di condividere il viaggio con tutti quei giovani ragazzi e ragazze. Nel 2018 c’ero anche io, e ho avuto la possibilità di condividere l’esperienza con un gruppo di studenti e studentesse dell’Università degli Studi di Milano.

Attorno alle 14:00 del pomeriggio del 23 maggio, ogni anno, parte dei 70’000 manifestanti presenti in città si raduna al carcere dell’Ucciardone (sede dell’Aula Bunker che nel 1986-1987 ospitò il Maxiprocesso) per cominciare la sfilata, mentre altri si radunano presso Via d’Amelio, luogo in cui è stato ucciso Paolo Borsellino assieme ai suoi agenti di custodia.

Un carro sta alla guida di entrambe le manifestazioni, la musica riecheggia per le strade di Palermo, mentre i partecipanti urlano “lenzuolo, lenzuolo, lenzuolo”, incitando i cittadini a dimostrate il loro appoggio nei confronti dei giudici e il loro dissenso verso la mafia. Questo gesto è ormai una tradizione del 23 maggio nella città siciliana, per ricordare le donne del Comitato dei Lenzuoli del 1992, le quali tra il 19 ed il 23 di ogni mese appendevano un lenzuolo bianco dai loro balconi, per chiedere giustizia e protezione allo Stato.

I bambini cantano, gli studenti ballano, i famigliari delle vittime di mafia, in capo ai cortei, sorridono meravigliati da tanta vita e tanta giovane forza civile. Le due diverse parti del corteo si incontrano in Via Emanuele Notarbartolo 23, luogo in cui Giovanni Falcone viveva a Palermo e dove oggi possiamo trovare l’albero Falcone, un’imponente magnolia che troneggia alta sulla via. È proprio in quell’esatto punto e momento che le persone si racchiudono in un commosso ed intenso minuto di silenzio.

Al termine della manifestazione, gli studenti ripartono con la Nave della Legalità, che lentamente lascia il porto di Palermo per riportarli a casa, mentre una folla festante li saluta da terra.

La Nave della Legalità, i momenti di gioco in Piazza Magione ed il corteo, sono l’espressione più profonda di tutto quello che la lotta alla mafia è diventata grazie all’insegnamento di Falcone e Borsellino, e soprattutto grazie ai famigliari delle vittime innocenti delle mafie, che negli anni non hanno mai smesso di lottare e di chiedere giustizia per i loro cari.

Il 23 maggio del 2018 è stato anche il primo anno in cui la Giornata della Legalità è stata dedicata agli angeli di Falcone e Borsellino, ovvero ai loro agenti di scorta, per ricordarli per nome, per non rendere il loro sacrificio invano.

Questo articolo in memoria di:
Agostino
Antonio
Walter Eddie
Emanuela Loi (prima donna agente di scorta a morire in servizio)
Vito
Claudio
Vincenzo
Rocco
Giovanni
Paolo
Francesca

La Nave se ne va, Palermo si svuota, ma le coscienze sono sempre più vive… le coscienze di bambin*, madri, attivisti, di giudici e di poliziotti. Le nostre coscienze, la nostra lotta contro le mafie. Così è come vogliamo che il 23 maggio sia per sempre, uno spazio della legalità e della giustizia.