Si tratta del primo libro di Gioacchino Criaco, nato ad Africo, un piccolo paese nell’Aspromonte.
Dopo otto anni dalla pubblicazione del romanzo è finalmente disponibile una versione tedesca intitolata “Schwarze Seelen”.
Gioacchino scopre l’amore per la scrittura a più di quarant’anni. Dopo la scuola, lascia il paese natale per trasferirsi a Bologna. Lavora poi a Milano come Avvocato ma a 43 anni decide di tornare a casa, al piccolo villaggio da cui era fuggito. Scrive Anime nere in soli quattro gironi, quasi in uno stato di trance e con la chiara sensazione, come dichiarerà poi, di dover raccontare tutta la verità su Africo e sulla malavita.
Anime nere diventerà un best-seller di duecento pagine.
I protagonisti del romanzo sono tre giovani dell’Aspromonte. Le loro vicende tuttavia paiono narrare la storia di un protagonista unico, o di una intera generazione. L’autore li chiama figli dei boschi.. “(…) Tre bravi ragazzi, e non perché fingessimo, lo eravamo sempre stati, educati, mai prepotenti. Il nostro mondo, però, iniziava e finiva con noi tre: asilo, elementari, medie, superiori, sempre insieme, e così sarebbe stato anche in futuro, lo avevamo promesso.” È l’inizio di un racconto vertiginoso e, come precisa Criaco, di finzione.
Una descrizione della società calabrese dell’Aspromonte dotata della ricchezza e della assoluta precisione che può permettersi solo chi quella società e quella realtà le ha vissute sulla propria pelle. Chi conosce fin nei minimi dettagli i rituali arcaici di una terra di pastori: una terra di povertà, dove il tempo si è fermato e dove si cerca la speranza ma la speranza non c’è. Nelle parole dell’autore: “(…) Chi là nasceva là moriva. E soprattutto due erano le cause di morte, la fatica e il piombo, a esse era difficile sfuggire.”
Ma il romanzo va oltre la vita dei tre uomini, e tratta del destino di una generazione intera. E la prospettiva è sempre quella di chi di quella generazione fa parte. Le ombre di cui scrive Criaco “(…) erano tali per due ordini di motivi: conti in sospeso con la legge o da regolare con altre persone; e in questo caso, quando il sangue era già scorso, le ombre diventavano anime nere(…)”. Una generazione di uomini-ombre, che si sente tradita e sola, e la cui unica via d’uscita da una società impregnata di crimine pare essere la strada della criminalità organizzata stessa. Tutto inizia con piccole rapine ed il rapimento di alcuni ostaggi per la mafia poi, in una escalation, si passa a rapine a mano armata, fino ad arrivare ad un traffico di droga con base a Milano e che si spande in tutta Europa.
Sembra di assistere ad un crescendo assurdo, ad un vortice che inghiottisce chiunque non faccia attenzione. Si ha di fronte la dimostrazione di un mondo che si spartisce tra anime nere e cosiddetti tingiùti, “(…) tinti col carbone, a seconda se si prevedeva che uscissero vincenti o fossero considerate sicure vittime.”
Criaco da voce al male della propria terra, con un libro capace di raccontare la verità in modo diretto e di aiutare a comprendere cosa significhi per davvero crescere in una società violenta, a tu per tu col male.
Non è una lettura facile, ma un colpo nello stomaco, e non vuole essere altro.