L’estradizione di Antonino V. in Italia

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Antonino V. è stato estradato il 15 maggio 2018 dalla Slovacchia all’Italia in seguito ad un’indagine della Direzione distrettuale Antimafia di Venezia; l’uomo è coinvolto in un’associazione di stampo mafioso, dedita al traffico internazionale di stupefacenti.  Secondo gli inquirenti, si sarebbe occupato di organizzare l’importazione di droga dal Sud America attraverso canali legali e società che sono state ricondotte a lui.  Le autorità italiane hanno richiesto l’estradizione alle autorità slovacche che hanno deciso di eseguire il mandato d’arresto europeo e di consegnare l’uomo alle autorità competenti italiane.

Il nome di Antonino V. era emerso negli scorsi mesi poiché l’uomo era già stato fermato il 26 febbraio, e in seguito rilasciato dalla polizia slovacca, in merito all’uccisione del giornalista slovacco Jan Kuciak, assassinato a febbraio assieme alla ragazza (qui il link del nostro articolo di approfondimento). Il giornalista al momento dell’uccisione stava indagando sul collegamento tra politici slovacchi e imprenditori locali con l’‘ndrangheta; V. era stato però subito rilasciato per mancanza di prove.

Chi è Antonino V.?

Antonino V. detto “compare Nino” è figlio di Giovanni V. detto “Cappiddazzu” e fratello di Bruno e Sebastiano, originari di Bova Marina, in provincia di Reggio Calabria. All’inizio degli anni duemila era stato accusato di aver aiutato la latitanza di Domenico V., quest’ultimo condannato in seguito all’ergastolo per omicidio. Gli inquirenti sospettavano che V. fosse diventando il collegamento tra i clan di Bova Marina e la cosca Zindato di Reggio Calabria (legata alla famiglia mafiosa dei Libri). Nel 2014 la Guardia di Finanza italiana viene in seguito a scoprire di un summit in provincia di Lodi, al quale avrebbe partecipato anche Antonino V. come potenziale interessato per discutere di una fornitura di cocaina. Secondo le indagini Antonino V. si sarebbe già spostato in quel periodo in Slovacchia. Dai quotidiani slovacchi l’uomo viene dipinto come un imprenditore con interessi nell’agricoltura, nel settore immobiliare e in quello energetico e con collegamenti con importanti politici vicini al premier che all’indomani dell’uccisione di Kuciak si sono dimessi.

Finora non è stato ancora stabilito chi fossero gli esecutori dell’omicidio di Kuciak e della sua fidanzata. Non si sa nemmeno chi sia all’origine del reato. Di recente la polizia slovacca ha suscitato parecchie reazioni confiscando il telefono di un giornalista ceco che aveva lavorato a stretto contatto con Kuciak. Il telefono non è stato ancora restituito al giornalista. Non è chiaro, tuttavia, perché la polizia slovacca si sia impegnata così tanto per saperne di più sui colleghi di Kuciak. Le organizzazioni giornalistiche criticano le loro azioni con parole forti; invece di indagare gli assassini, si dice che la polizia sia più preoccupata a mettere a rischio le fonti di un giornalista giusto e coraggioso.