Le bande di motociclisti come parte della criminalità organizzata? – Bettina Zietlow intervistata da mafianeindanke 

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Gli avvenimenti legati alla scena dei motociclisti, come la violenza o i crimini legati alla droga, compaiono a intervalli irregolari nei titoli dei quotidiani e nei tabloid [1]. Ciò solleva la questione se tale scena rappresenta una seria minaccia al monopolio dello Stato tedesco sull’utilizzo della forza e della sicurezza pubblica o se si tratta semplicemente di casi isolati (da non sottovalutare comunque) con un alto impatto sulla società. Per rispondere a tale questione, mafianeindanke ha deciso di intervistare la psicologa nonché esperta di criminalità delle bande dei motociclisti, Bettina Zietlow [2]. Nello scorso anno ha pubblicato insieme a Philipp Müller e Ina Ulrich, i risultati di una ricerca “Criminalità dei motociclisti”, classificazione empirica e giuridica [3].

Mnd: Dott.ssa Zietlow, è chiaro sin dall’inizio del vostro rapporto di ricerca che lo stesso termine “Crimine dei motociclisti”, può essere oggetto di dibattiti controversi. Possiamo iniziare approfondendo quest’aspetto?

BZ: Volentieri. Innanzitutto la domanda è cosa si intende per Crimine dei motociclisti. Non è un termine giuridico bensì indica una criminalità che deriva dai “motociclisti”. Allora cosa si intende,  un comportamento criminale del singolo socio del club o del club in generale? Il termine è stato criticato, non da ultimo dalle file dei membri, perché screditerebbe tutti i facenti parte di un club di motociclisti. Inizialmente abbiamo deciso di parlare di crimine dei motociclisti per ragioni meramente pratiche ma anche per discutere il termine in modo critico. Nel nostro progetto di ricerca abbiamo analizzato, tra l’altro, dei fascicoli di procedimenti penali ed era fondamentale il supporto da parte degli uffici di polizia giudiziariae delle procure. L’Ufficio federale di Polizia Criminale (Bundeskriminalamt) ha dato una definizione di criminalità delle bande di motociclisti, ma non esistono norme giuridiche o interpretazioni giurisprudenziali che possono delimitarla [4]. Nella nostra ricerca, abbiamo prima definito la criminalità delle bande di motociclisti in analogia alla definizione data dall’Ufficio Federale di polizia Criminale, in modo da registrare solo i reati commessi dai membri dei grandi club, i c.d. “Outlaw-Motorcycle-Gangs “ (OMCG).[5]

Mnd: Si è detto che l’accusa di stigmatizzazione e di screditamento è stata mossa soprattutto dai membri. Che dire dei patches come “1%er”, “Outlaw” o “Expect no mercy”? A prima vista, sembra che la tendenza alla violenza e le condotte antisociali, sia evidente e che venga prontamente comunicata al mondo esterno.

BZ: Naturalmente da una parte si vuole apparire selvaggi e pericolosi. Questo è anche lo scopo di questi tratti distintivi che da una parte hanno un background storico e dall’altra hanno un significato diverso da quello che viene percepito. Da un punto di vista sociopsicologico, questi patches possono anche servire a creare coesione all’interno del gruppo e a distinguerlo da altri club e soprattutto a distinguerlo dal mondo esterno. Lo sappiamo anche da altri contesti, come gli ordini o gruppi di elite, dove stemmi speciali o rituali sono di particolare rilevanza. È chiaro però che tale contraddizione non può essere risolta. Oltretutto, in alcune interviste coi motociclisti, abbiamo sentito che l’apparente diniego delle norme statali è in parte anche un atteggiamento. Non si tratta di rifiutare la società o lo Stato piuttosto di adottare un proprio stile di vita non omologato. Tra l’altro è evidente che ciò funziona in una società democratica e non in una autoritaria.

Mnd: La criminalità delle bande di motociclisti è presente anche nei rapporti annuali dell’ufficio federale di polizia criminale. Si possono trovare strutture criminali organizzate anche nella scena dei motociclisti?

BZ: Questo ci porta alla successiva difficoltà concettuale, ovvero la definizione di criminalità organizzata. È difficile dare una semplice risposta. I club affermano che i chapter o charter sono associazioni locali indipendenti e quindi dare una definizione generale è comunque difficile. [6] A mio avviso, sia la maggior parte delle associazioni locali che i club in quanto tali, non possono essere considerati alla stregua della criminalità organizzata. Ciò richiederebbe, se ci si orienta verso la definizione data dalle autorità di sicurezza (detta molto brevemente), prima di tutto la volontà permanente di commettere gravi crimini utilizzando le strutture dell’associazione. Quando pensiamo alla criminalità organizzata, pensiamo anche alla mafia, ovvero alla violenza grave e anche all’influenza sugli attori sociali. Se l’adesione a un club di motociclisti avvenga con l’obiettivo di fare proprio questo, rimane molto discutibile. Le autorità di controllo sostengono che, nonostante l’autonomia delle singole associazioni locali, esse appartengono comunque alla rispettiva associazione madre. Per esempio, si può dimostrare di appartenere agli Hells Angels o ai Banditos anche attraverso riunioni o contributi comuni. Finora non ci sono state prove esaurienti riguardanti persone che si sono unite a questi club per un periodo di tempo più lungo o indefinito solo per commettere crimini. Lo stesso discorso vale per il reato di cui all‘art. 129 del Codice Penale. [7] Sebbene ci possano essere singoli gruppi locali che si distinguono per una massiccia commissione di crimini gravi, questa però non è la regola. Va evidenziato che l’anomalia criminale di questi gruppi locali, solitamente deriva dai leader, ovvero dai presidenti. La nostra ricerca ha dimostrato che una percentuale significativa di motociclisti delinquenti, ricopre posizioni influenti, come per esempio quella di presidente o vicepresidente, mentre coloro che aspirano a entrare nel club come prospect e hangaround sono di profilo più basso. Sembra piuttosto che i singoli leader criminali, così come le caratteristiche regionali, esercitano la loro influenza sia sulle rispettive associazioni locali che sui loro membri sia vecchi che nuovi.

Mnd: Quindi la criminalizzazione generalizzata delle associazioni locali non è né empiricamente né legalmente ammissibile o possibile?

BZ: Il vero problema è dimostrare che il reato commesso sia legato al club. Se prendiamo ad esempio i reati contro la legge sugli stupefacenti, si dovrebbe dimostrare che le sostanze sono state vendute per conto del club, del presidente del club o esclusivamente insieme ad altri membri del club e che i profitti che ne derivavano, siano a beneficio del club stesso. Secondo le nostre risultanze, ciò avviene molto raramente.

Mnd: Se i club sono organizzati in modo decentrato come associazioni locali, allora è giuridicamente impossibile attuare un divieto generalizzato per tutti i club?

BZ: Esattamente. Se oggi l’associazione locale è vietata nella città X, può essere ricostituita in un’altra località. Soprattutto perché le persone non sono semplicemente sparite nonostante il divieto. Quindi funziona solo in misura limitata. Tuttavia anche le c.d. “Kuttenverbote”[8] sono legate a questi divieti. Ciò implica che lo Stato ha la possibilità di vietare a tutti gli appartenenti di una grande organizzazione madre – ad esempio Hells Angels o Banditos – di indossare i distintivi del club, anche se è stata vietata solo in una sezione locale del club. Oltre ciò esistono ancora tentativi di vietare completamente i club, secondo l’esempio olandese.

Mnd: I club di motociclisti rappresentano un pericolo per la società?

BZ: Qualche anno fa ci sono stati scontri tra club con armi da fuoco per strada. Attualmente non sussiste questo pericolo. Secondo i nostri dati, la maggior parte dei reati commessi dai membri dei club di motociclisti, sono legati alla droga. Certamente, si può sostenere che chi vende droga è un pericolo per la società, ma questo non ha nulla a che fare col club. In riferimento agli atti di violenza e ai reati violenti registrati, va notato che questi tendono a essere localizzati in un certo ambiente e tra i club. Sfortunatamente, non esistono studi su come la popolazione percepisce tutto questo.

Mnd: Durante la vostra ricerca avete anche esaminato le tipologie dei reati. Possiamo approfondire a questo riguardo?

BZ: La nostra ricerca ha dimostrato che i reati di stupefacenti, con circa il 23%, e i reati di lesioni personali, con il 20%, costituiscono la maggior parte dei reati che danno origine alle indagini. Seguono i reati contro la legge sulle armi e i reati di rapina ed estorsione, ciascuno con l’11% circa. In fondo troviamo gli omicidi e i reati sessuali, con una casistica inferiore al 4%. [9] Va inoltre notato che le violazioni della legge sulle armi non riguardano il traffico su larga scala ma i casi singoli.

Mnd: Negli ultimi anni, anche i gruppi simili a quelli dei motociclisti, i c.d. “rockerähnliche Gruppierungen” sono finiti nel mirino della polizia e dell’opinione pubblica. Devono essere classificati diversamente rispetto ai classici gruppi di motociclisti?

BZ: I gruppi simili a quelli dei motociclisti utilizzano simboli e strutture organizzative interne dei classici club, ma i primi sono associazioni relativamente libere, senza un rigido codice di regole come nei classici club. Alcuni appartenenti ai club classici osservano anche che la selezione dei nuovi membri, non segue gli stessi criteri rigorosi. Si può ipotizzare quindi che nel periodo d’oro dei gruppi simil-motociclisti non si trattasse tanto di una vita comune di club quanto di altri obiettivi. Tuttavia, non abbiamo affrontato la questione in modo molto approfondito. Da un punto di vista meramente mediatico, sembra che la situazione, intorno a questi gruppi, sia diventata tranquilla.

Mnd: Nel vostro rapporto di ricerca, avete anche presentato una valutazione della scena dei motociclisti da parte degli esperti della polizia. Quali sono le loro ipotesi attuali?

BZ: Dalle interviste con gli agenti di polizia che conoscono la tematica, sappiamo che ci si parla. In caso di uscite o festeggiamenti, questi vengono comunicati e discussi. Gli agenti che hanno familiarità con l’ambiente, valutano molto positivamente la comunicazione. Per loro i club – quando non sono caratterizzati da crimini gravi – “vanno bene”. Probabilmente non troverete un solo agente di polizia che si farebbe citare con una simile affermazione, ma anche nel nostro rapporto di ricerca traspare in qualche misura che la comunicazione tra la polizia e i club sia possibile. È chiaro naturalmente che nelle associazioni locali ci sono persone che sono criminali ma tra coloro che conoscono bene l’ambiente, nessuno direbbe: “sono tutti criminali”. Naturalmente più si sale nella gerarchia della polizia, cioè laddove il lavoro è più legato alla volontà politica, più il fenomeno viene visto in un modo un po’ diverso. In questo caso, si adotta una prospettiva più astratta: “Si tratta di qualcosa che potrebbe influire sul senso di sicurezza o l’autorità e il monopolio dello Stato sull’uso della forza?”. Più il punto di vista politico diventa forte, maggiore “sarà il freno da mettere a tutto questo”. Come studiosi noi abbiamo una visione più globale. Come per qualsiasi altro argomento di ricerca, anche noi consideriamo i gruppi di motociclisti in modo neutrale e inoltre basiamo le nostre valutazioni sui risultati della nostra ricerca.

Mnd: Nella lotta alla c.d. criminalità delle bande di motociclisti, uno degli approcci utilizzati è quello amministrativo  (“administrativer Ansatz”).[10] Come valuta questo approccio?

BZ: Diventa difficile, quando si supera il limite con questo approccio. Il pacchetto di misure comprende il divieto di associazioni, misure di diritto penale , misure di prevenzione del pericolo ma anche misure da parte degli uffici di ordine pubblico. È piuttosto critico quando le persone vengono sanzionate sulla base della loro appartenenza a un’associazione, a volte senza essere state coinvolte in un procedimento penale. In ogni caso, indipendentemente dal fatto che siano coinvolti membri di bande di motociclisti o di altre associazioni, gruppi politici o subculture, il fondamento giuridico di qualsiasi misura è fondamentale. I singoli fenomeni non possono essere trattati differentemente solo perché è presente un interesse politico. Thomas Feltes ha studiato l’uso dell’approccio amministrativo contro i motociclisti e nelle sue pubblicazioni lo ha fortemente criticato, in quanto, almeno secondo il suo parere, è legalmente discutibile.[11]

Mnd: Riassumendo, qual’ è attualmente la situazione della scena delle bande di motociclisti in Germania?

BZ: Come già detto, si tratta sempre di capire se i reati sono commessi dai club o dalle rispettive associazioni locali o solo da singoli soci. Allo stato attuale, si può presumere che siano soprattutto i singoli soci o i leader a determinare l’orientamento dei club, compreso quello criminale. Il periodo d’oro della criminalità chiaramente percepibile – commessa dai membri dei club di motociclisti – è in qualche modo finito.

Quest’articolo è stato scritto da Francesco Basta per mafianeindanke e.V.



[1] Per esempio: Schneider, Frank; Prengel, Sebastian (27.05.2023). SEK sprengt Türen auf. Polizei holt sich Schützen des Clan-Rocker-Kriegs. https://www.bild.de/regional/ruhrgebiet/ruhrgebiet-aktuell/duisburg-polizei-fasst-schuetzen-des-blutigen-kriegs-zwischen-clans-und-rockern-84011698.bild.html(Stand 2023); FOCUS online (04.06.2023). Ex-Hells-Angels-Mitglied erschossen. Rockerboss etablierte Regime des Schreckens – dann schritten die Oberbosse ein. https://www.focus.de/panorama/welt/koeln-mitglied-der-hells-angels-rocker-wird-bei-schiesserei-getoetet_id_194950632.html (Stand 2023).

[2] Bettina Zietlow è una psicologa ed esperta in psicologia forense. Dal 2009 al 2022 ha lavorato come assistente di ricerca presso l’Istituto di ricerca criminologica della Bassa Sassonia (KfN). Oltre alla criminalità delle bande di motociclisti, la sua ricerca si concentra sulla tratta di esseri umani e sulla violenza contro gli agenti di polizia.

[3] Müller, Philipp; Ulrich, Ina & Zietlow, Bettina (2022). „Rockerkriminalität“ empirische und Rechtliche Einordnung. https://kfn.de/wp-content/uploads/Forschungsberichte/FB_166.pdf (del 2023).

[4] Definizione attuale della criminalità delle bande di motociclisti: https://www.bka.de/DE/UnsereAufgaben/Deliktsbereiche/Rockerkriminalitaet/rockerkriminalitaet_node.html#:~:text=Rockerkriminalit%C3%A4t%20umfasst%20alle%20Straftaten%20von,der%20Solidarit%C3%A4t%20zu%20sehen%20sind (del 2023).

[5] Secondo l’ufficio federale di polizia criminale, vengono descritte come OMCGs il Bandidos MC, il Gremium MC, il Hells Angels MC ed il Outlaws MC come anche i club a loro sostegno. https://www.bka.de/DE/UnsereAufgaben/Deliktsbereiche/Rockerkriminalitaet/rockerkriminalitaet_node.html (del 2023).

[6] Più informazioni sulla struttura e l’organizzazione del BKA: https://www.bka.de/DE/UnsereAufgaben/Deliktsbereiche/Rockerkriminalitaet/rockerkriminalitaet_node.html (del 2023).

[7] L’articolo 129 del Codice penale tedesco prevede il reato di costituzione di un’organizzazione criminale.

[8] Il “Kuttenverbot” significa che i segni di un rocker club vietato, come distintivi, uniformi o bandiere, non possono essere mostrati o diffusi in pubblico.

[9] I dati si basano su un campione di 235 procedimenti penali valutati.

[10] Più informazioni sull’uso dell’Approccio amministrativo nell’ambito della criminalità delle bande di motociclisti: Rauls, Felix; Feltes, Thomas (2019). Der administrative Ansatz zur Prävention und Bekämpfung von Kriminalität am Beispiel des Vorgehens gegen »Rockerkriminalität«. Wird das Strafrecht durch das Verwaltungsrecht ausgehebelt? https://www.thomasfeltes.de/images/Rauls_Feltes_Administrativer_Ansatz.pdf (del 2023).

[11] Più informazioni su Thomas Feltes: https://www.thomasfeltes.de/ (del 2023).