È stato pubblicato recentemente l’ultimo rapporto dell’Europol sulla criminalità organizzata e terrorismo (European Union Serious and Organised Crime Threat Assessment – SOCTA 2017), che analizza in dettaglio gli ultimi sviluppi sulle minacce e sulle evoluzioni del crimine in Europa.
L’Europol, anche noto come l’Ufficio Europeo di Polizia, è stato istituito nel 1999 con sede a L’Aia ed è l’agenzia di contrasto al crimine dell’Unione Europea. Il suo mandato include sostenere le operazioni sul campo delle forze dell’ordine, fungere da centro di scambio di conoscenza e competenze sul contrasto alle attività criminali, e favorire lo scambio di informazioni tra gli Stati membri. L’obiettivo finale è quello di coordinare l’Unione Europea nel suo contrasto alla criminalità per favorirne la sicurezza e la cooperazione.
Per la stesura del presente rapporto, l’Europol ha condotto la più grande raccolta di dati sulla criminalità organizzata mai effettuata nell’Unione Europea. I risultati del rapporto non sono confortanti: Europol individua più di 5000 gruppi di criminalità organizzata attivi in Europa nel 2017 e sotto investigazione dalle autorità. L’ultimo rapporto a riguardo – pubblicato nel 2013 – ne contava 3.600. L’aumento nel numero dei gruppi di criminalità organizzata segnalati dal rapporto non è però necessariamente da intendere come un aumento del dato reale, quanto piuttosto come un miglioramento del lavoro di intelligence e di coordinamento dell’Europol. Molti gruppi individuati sono inoltre gruppi di dimensioni piuttosto ridotte, soprattutto nell’ambiente del crimine informatico. Secondo il report, i partecipanti a tali gruppi sono di almeno 180 nazionalità diverse, di cui il 60% provenienti dall’Unione Europea, e la maggior parte dei clan operanti a livello internazionale conta membri di più di una nazionalità.
Il rapporto si concentra in particolare su cinque macro-aree, che si sono rivelate centrali nel crimine organizzato degli ultimi anni: i crimini informatici (cyber-crime); la produzione, il traffico e lo spaccio di droga; il traffico di migranti (migrants smuggling); la tratta di persone a scopo di sfruttamento (trafficking in human beings); i reati contro il patrimonio da parte della criminalità organizzata.
Molti clan della criminalità organizzata mostrano grandi capacità di adattamento ai cambiamenti della società, modificando il loro modus operandi in funzione del maggior profitto possibile. Molte attività criminose nell’ambito del cybercrime richiedono delle competenze tecniche ad alto livello, evidenziando come i criminali si stiano specializzando sempre di più. La tecnologia viene sfruttata dai gruppi di criminalità organizzata per rubare dati sensibili, diffondere e vendere materiale pedopornografico e attaccare interi networks attraverso malware e ransomware, che portano a grandi guadagni per il gruppo criminale. Tali guadagni, richiesti come riscatto per il network in Bitcoin, possono essere utilizzati per portare avanti operazioni criminali anche di altra natura. Il rapporto evidenzia infatti come il 45% dei gruppi criminali siano impegnati in più di una attività illegale: in linguaggio tecnico, vengono definiti come “poly-criminal groups”. Questi sono in particolare modo quelli che si occupano di vendita e traffico di beni illegali, dalla droga, a beni contraffatti fino al materiale pedopornografico. Più di un terzo dei gruppi criminali attivi nell’UE sono impegnati nella produzione, traffico o spaccio di droghe. Il mercato della droga rimane particolarmente redditizio, portando nelle casse dei criminali più di 24 miliardi di euro all’anno. Il rapporto ha anche evidenziato come il traffico di migranti (smuggling) e la tratta (trafficking) siano diventati dei business altrettanto remunerativi quanto il traffico di droghe: la crisi dei migranti degli ultimi anni ha fornito ai clan un’opportunità di lucrare sulla vita di persone a rischio, sia potenziali migranti nei loro paesi di origine che immigrati ancora irregolari, e quindi particolarmente vulnerabili.
L’Europol ha evidenziato come vi siano tre mezzi utilizzati dalle criminalità organizzate per facilitare la maggior parte delle loro attività illegali: il riciclaggio di denaro, la produzione e l’utilizzo di documenti falsi ed il traffico online di servizi e/o beni illegali. Questi tre elementi portano a facilitare notevolmente la commissione di crimini e sono presenti nella maggior parte delle attività illegali dei clan.
In particolare, secondo il rapporto, i gruppi di criminalità organizzata più pericolosi risultano essere quelli che hanno la capacità di riciclare i loro profitti, portandoli quindi nell’economia legale. Ciò garantisce loro vantaggi significativi, facilitando i loro business illeciti e garantendone la continuità e l’espansione. Si ritiene infatti che il riciclaggio di denaro sporco possa permettere anche ai gruppi terroristici di finanziare le loro attività. Proprio in Germania le mafie si sono contraddistinte soprattutto per attività di riciclaggio, attraverso l’apertura di ristoranti, casinò, e altri tipi di attività commerciali, proprio per introdurre il loro denaro sporco nei circuiti dell’economia legale. Il quadro legislativo tedesco risulta infatti carente, come si evince dalle parole del procuratore Roberto Scarpinato in un’intervista al quotidiano italiano La Repubblica “ In Germania, ad esempio, esistono gravi limiti in materia di intercettazioni. E regole probatorie che rendono difficili le indagini sul riciclaggio e la confisca. Se un magistrato tedesco trova un mafioso con una valigia piena di denaro, e questi dichiara di averlo vinto al gioco, è l’accusa a doverne dimostrare l’origine illecita. Mentre in Italia è il mafioso a dover giustificare quei quattrini”.
Il rapporto Europol evidenzia anche il connubio sempre più pericoloso tra terrorismo e criminalità organizzata. In particolare, si legge che “le investigazioni riguardanti gli attacchi terroristici a Parigi e Bruxelles, rispettivamente del novembre 2015 e marzo 2016, hanno rivelato il coinvolgimento di alcuni degli aggressori in una serie di crimini in collaborazione con clan della malavita organizzata, tra cui il traffico di droga, così come contatti personali con gruppi criminali attivi nel traffico delle armi e nella produzione di documenti falsi”.
Sulla base delle analisi e della raccolta dati effettuate, le conclusioni del rapporto invitano quindi a concentrarsi proprio sulle cinque macro-aree di criminalità (cybercrime, il traffico di droga, la tratta di esseri umani, il traffico di migranti ed i reati contro il patrimonio) e sui tre mezzi trasversali (il riciclaggio, la falsificazione di documenti ed il traffico/vendita di beni e servizi illegali) come delle priorità nell’attuale lotta contro la criminalità organizzata.
Per leggere l’intero rapporto, si visiti la pagina dell’Europol al seguente link: https://www.europol.europa.eu/publications-documents