Nel Maggio 2016 la Banca Centrale Europea, dopo mesi di discussioni, ha annunciato che nel 2018 terminerà la circolazione della banconota da 500 euro (quelle già in circolazione rimarranno valide). Questo significa che l’Unione Europea vuole sradicare uno degli strumenti più forti che l’economia illegale abbia mai avuto. Al momento, non sono solo i soldi in contanti l’unico metodo tangibile per alimentare flussi illeciti. Con l’introduzione della valuta virtuale (il Bitcoin il più conosciuto) il crimine organizzato è ora dotato di un altro metodo per trasferire illegalmente i beni economici acquisiti. Questo fatto, finalmente riconosciuto in Germania ed Austria, è diventato il tema di una ricerca focalizzata sull’uso della valuta digitale nei domini del crimine organizzato. Il progetto si chiama „BITCRIME” e sarà finanziato dal Ministero Tedesco dell’Educazione e della Ricerca, dal Ministero austriaco dei Trasporti, Innovazione e Tecnologia, con un totale di 2,4 milioni di Euro.
La valuta virtuale è usata nelle transazioni tra singoli, quindi non c’è nessun tipo di intermediario. Al contrario delle normali banche che monitorano i flussi, quelle virtuali hanno un tipo di amministrazione decentralizzata, e non c’è nessuna autorità che si occupa di vigilare su queste. Per questo motivo, l’uso delle monete virtuali ha una propensione per il mercato nero. Il progetto BITCRIME ha come scopo la prevenzione e la persecuzione dei crimini finanziari dove vengono usate le monete virtuali. Si focalizza anche sullo sviluppo di nuovi approcci a queste dinamiche, attraverso una migliore regolamentazione. La ricerca è divisa in due grandi blocchi: le istituzioni tedesche coinvolte studiano le transazioni monetarie dove vengono usate monete virtuali, per identificare delle caratteristiche comuni che aiuterebbero nella classificazione dei movimenti illegali. In questo modo, la ricerca contribuisce alla scoperta di elementi indicanti l’illegalità delle transazioni, che a lungo termine renderanno le indagini più efficienti. L’altra parte del progetto riguarda le autorità austriache: l’obiettivo è l’identificazione degli attori criminali che prendono parte alle transazioni. Lavorano per scoprire ed analizzare gli schemi ripetuti nelle dinamiche economiche illegali.
L’introduzione del Bitcoin (la prima moneta virtuale) al mercato nel 2009 prova che nel 21^ secolo non si ha più bisogno di istituzioni centralizzate per eseguire operazioni monetarie. Sfortunatamente, le monete virtuali sono (esattamente come le banconote contanti) soggette a contrabbando, riciclaggio ed altre attività illecite. Sla scoperta di questa nuova moneta è molto recente, per questo le autorità e le legislazioni non hanno ancora raggiunto il controllo di questa dinamica. Ora, con la società in crescita e più casi di uso illegale del Bitcoin, i governi degli stati europei e l’Unione Europea stessa, vogliono rivedere la legge e riportare questo tipo di transazioni dalla parte della legalità. E’ molto probabile che il report delle organizzazioni non governative “European Digital Currency & Blockchain Technology” sarà preso in considerazione per creare la nuova direttiva europea contro il riciclaggio. La direttiva potrebbe non avere ancora la soluzione rispetto all’uso illegale della moneta virtuale, ma è proprio per questo che progetti come BITCRIME sono essenziali per un reale riconoscimento del problema, e per l’adozione di soluzioni efficienti contro questo fenomeno.