Negli ultimi tempi ci si chiede spesso come la criminalità possa trarre profitto dalle migrazioni di profughi e rifugiati: sicuramente i soldi che vengono pagati per gli spostamenti nel mediterraneo, finiscono in qualche giro criminale, ma di fatto la questione è ancora poco chiara.
Ciò risulta però essere incomprensibile, perché ci si potrebbe invece rendere conto di quanto denaro gira e con che modalità. La Commissione Europea afferma che entro il 2017, il numero degli immigrati arriverà a 3 milioni: ipotizzando un pagamento medio di 3000 Euro per il viaggio, arriviamo ad un giro d’affari di circa 9 miliardi di Euro. L’Agenzia UNHCR afferma che, a causa di un’insufficiente azione di contrasto, questo tipo di attività risultano essere “a basso rischio e con grandi possibilità di profitto”, spingendo quindi i contrabbandieri ad implementare le attività criminali fino a raggiungere potere economico, sociale e politico. L’Europa ha adottato per anni una politica molto restrittiva nei confronti delle migrazioni, ed ora si pensa che i gruppi criminali italiani abbiano un ruolo di “sostegno” nei confronti dei contrabbandieri che lucrano sulle spalle dei migranti: una volta arrivati in Italia rappresentano una facile preda per i clan, che sfruttano le donne per la prostituzione e gli uomini per il lavoro di raccolta nei campi. Per i migranti risulta ovviamente difficile e rischioso andare dalla Polizia locale per denunciare questi abusi, perché non hanno i documenti che necessitano per considerarsi cittadini italiani a tutti gli effetti.