In base alla stima per il 2015 dell’indice di percezione della corruzione pubblicata da Transparency International, la Danimarca risulta essere il paese meno corrotto al mondo. Il Corruption Perception Index ha rappresentato fino ad oggi l’analisi dei livelli di corruzione nazionali più affidabile e maggiormente qualificata. Quest’anno tuttavia, i risultati di un nuovo studio condotto nell’ambito del progetto europeo ANTICORRP hanno mostrato a sorpresa come non la Danimarca bensì la Norvegia sia il paese con il minor tasso di corruzione. Il cambiamento di leadership si spiega facilmente, in quanto il progetto europeo ANTICORRP rielabora le variabili prese in considerazione per la stima dell’indice di percezione della corruzione allo scopo di rendere la valutazione maggiormente oggettiva. Al contrario del metodo adottato da Transparency International, il nuovo studio non lascia che siano esperti di ogni stato a valutare l’indice di corruzione del proprio paese, affidandosi ad una definizione locale del senso di corruzione, bensì prende in esame dati di pubblico dominio riguardanti sei macro-tematiche: autonomia della magistratura, peso delle amministrazioni, apertura del mercato, trasparenza di bilancio, cittadinanza digitale e libertà di stampa.
Nella nuova classifica, la Germania si qualifica all’undicesimo posto mentre l’Italia solamente ventiquattresima su di un totale di 105 paesi presi in esame (decimo e sessantunesimo posto, rispettivamente, su di un totale di 167 paesi, nell’inchiesta di Transparency International del 2015). Si stima che l’abuso di potere per l’ottenimento di benefici pubblici o privati abbia un costo sull’economia superiore al 5% del prodotto interno lordo globale di ogni anno (2.600 miliardi di dollari secondo il WorldEconomic Forum). Di questi, più di 1.000 miliardi di dollari se ne vanno ogni anno in tangenti (stima della Banca Mondiale).