La criminalità organizzata a Berlino – le grandi famiglie arabe

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L’ultima operazione della polizia tedesca contro la criminalità organizzata a Berlino ha avuto luogo a fine febbraio 2018: in un’azione che ha coinvolto 120 poliziotti sono stati eseguiti 19 mandati di perquisizione con l’arresto di tre giovani, sospettati di far parte di uno dei più grandi clan criminali arabi di Berlino. Tutti e tre sono accusati di furti e ricettazione.

La capitale tedesca non è immune alla presenza di criminalità organizzata e quest’ultima operazione evidenzia una presenza mafiosa ormai radicata nei quartieri berlinesi. Le attività criminali di Berlino sono in mano alle cosiddette grandi famiglie arabe, presenti soprattutto nella parte occidentale della città. Spesso vengono definite come delle vere e proprie società parallele con al loro interno le proprie regole. Si parla all’incirca di 20 clan che dominano la scena della criminalità berlinese, compresi i gruppi di minore importanza: di questa ventina, 7 o 8 sono nel mirino della polizia. Si contano quasi 1000 criminali che fanno parte dei clan arabi berlinesi.

Le attività gestite dai gruppi criminali sono molteplici: riciclaggio di denaro sporco, gestione della droga e della prostituzione, implicazioni nel mondo del gioco d’azzardo. I soldi guadagnati da questi introiti illegali vengono in parte rispediti alle famiglie d’origine fuori dalla Germania e quelli che rimangono reinseriti nell’economia legale attraverso il riciclaggio. Questo rende impossibile da parte della polizia risalire alla loro origine illegale e quindi procedere con l’incarcerazione dei criminali stessi. I clan sono composti da famiglie molto unite. La chiusura dei nuclei famigliari impedisce l’uso di infiltrati da parte della polizia, e al contempo sono rare le possibili fuoriuscite di possibili testimoni che ne denuncino la criminalità. Il problema si presenta anche per quanto riguarda i testimoni oculari esterni: i gruppi criminali hanno raggiunto un tale potere intimidatorio  che spesso riescono ad esercitare un potere tale da costringere le persone a ritirare le loro denunce.

Sono i mafiosi che cercano di delegittimare il ruolo della polizia diffondendo voci false su reati commessi da parte dei poliziotti in modo da screditarne le figure e potersi muovere in un clima di maggiore sfiducia verso la legalità. Spesso però gli strumenti che hanno a disposizione gli agenti non sono comunque efficaci: la tracciabilità del denaro sporco è ostacolata dall’impossibilità di poter visionare i redditi dei criminali. La mancanza di tecnici spesso è un problema nella gestione delle indagini. Tutto questo porta alla creazione di problemi in una situazione già molto delicata. Quello che si auspica è quindi l’implementazione degli strumenti investigativi e legislativi per aiutare il lavoro di contrasto ai clan criminali.