Covid-19 e Mafia: come due virus si rafforzano a vicenda

Mona Web 1

Le frontiere chiuse e le strade vuote rendono più difficile il contrabbando di merci e il traffico di droga – ma davvero il virus ha indebolito il crimine organizzato? Secondo un articolo del Tagesschau, l’Associazione degli Investigatori Tedeschi ipotizza che controlli più intensivi dati dal COVID-19 avranno un effetto positivo sulla lotta alla criminalità organizzata, d’altro canto la Commissione Antimafia del Parlamento Italiano non ne è così certa. La Commissione, organo permanente del Parlamento, attraverso il suo portavoce ha recentemente dichiarato all’ONG “Global Initiative Against Transnational Organized Crime” (GI-TOC) che: “La mafia è come il Coronavirus – ti prenderà ovunque tu sia”. Che cosa ci aspetta dunque?

L’emergenza sanitaria che stiamo affrontando ha pochi precedenti nella storia e rischia di essere un’opportunità di conquista per il crimine organizzato in tutto il mondo. Dall’Italia arrivano i primi segnali da parte della Polizia di Stato che mette in guardia le forze locali nei confronti di possibili infiltrazioni delle mafie all’interno del tessuto economico di un paese indebolito e fragile: “L’impatto dell’attuale crisi sanitaria potrebbe esporre maggiormente imprenditori e commercianti delle varie categorie ai tentativi di reclutamento economico e di finanziamento illecito” così dichiara il Direttore Centrale Anticrimine Francesco Messina in un’intervista a La Repubblica. La disponibilità delle cosche di denaro liquido da una parte e la sempre maggiore difficoltà degli imprenditori e dei commercianti dall’altra porteranno a numerosi casi di usura e di acquisizione di aziende in crisi, in modo diretto o indiretto. Per non parlare poi del rischio concreto di corruzione nei confronti dei funzionari pubblici che saranno chiamati ad amministrare ingenti quantità di denaro derivanti da finanziamenti statali ed europei. In Italia è cosa nota: occorre prestare particolare attenzione agli appalti pubblici, presi d’assalto dalle mire delle mafie.

Tuttavia, non si può negare che una crisi di questa portata colpisca i mafiosi tanto quanto noi. Come sottolinea il professor Federico Varese: “Non dobbiamo pensare ai mafiosi come a dei supereroi, vivono nel nostro stesso mondo, e se la nostra vita è in pericolo, lo è anche la loro”. La criminalità organizzata, tuttavia, ha già dimostrato una resilienza invidiabile in passato, ad esempio durante la crisi finanziaria del 2008. “Accettano di perdere un po’ dei loro affari e aspettano tempi migliori”, ha così dichiarato il generale Giuseppe Governale, capo della Direzione Investigativa Antimafia all’Agenzia di Stampa Tedesca (DPA) a fine marzo. Un vecchio proverbio siciliano descrive perfettamente la situazione attuale: “Calati junco, ca passa la china” (Piegati giunco finché non è passata la piena).

L’esperto di mafia e autore di fama internazionale Roberto Saviano ha fatto un ulteriore passo e ha sottolineato che le organizzazioni criminali possono sfruttare qualsiasi forma di crisi per il proprio profitto. In un articolo su La Repubblica, Saviano descrive il motivo per cui la pandemia potrebbe giovare alla mafia: “Se hai fame, cerchi pane, non ti importa da quale forno abbia origine e chi lo stia distribuendo; se hai necessità di un farmaco, paghi, non ti domandi chi te lo stia vendendo, lo vuoi e basta. È solo nei tempi di pace e benessere che la scelta è possibile”. Secondo Francesco Messina, le infrastrutture sanitarie, il settore agroalimentare e le piccole e medie imprese del turismo e della ristorazione sono particolarmente a rischio di infiltrazione.

Le autorità italiane hanno osservato il commercio illegale di maschere protettive che vengono esportate in Turchia, Russia, Kazakistan o India per poi essere reimportante in Italia – con l’aumento dei prezzi dei dispositivi di protezione, questo tipo di business sta diventando estremamente redditizio. A Roma e a Milano la Polizia ha sequestrato alcune mascherine contraffatte. La mancanza di beni sta aprendo nuovi mercati e campi d’azione soprattutto laddove la criminalità organizzata si è infiltrata nel sistema sanitario nazionale, come già avviene sia nel Nord che nel Sud Italia, Lombardia compresa.

La crisi attuale offre ampie possibilità di attività fraudolente, e non solo in Italia: L’Interpol segnala duemila siti web in tutto il mondo dove vengono venduti prodotti dubbi, come ad esempio un miracoloso “Spray contro il Corona”. Nel frattempo, Europol mette in guardia contro l’aumento del Cyber-crime a livello mondiale: circolano infatti e-mail non sicure in cui i criminali si spacciano per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per diffondere virus e per accedere ai dati personali. La Neue Zürcher Zeitung (NZZ) riferisce inoltre che in Svizzera l’emergenza viene sfruttata da falsi medici, usurai e criminali informatici, cosicché le autorità inquirenti hanno intensificato i loro sforzi. Nelle favelas di Rio, invece, la criminalità organizzata si presenta come uno Stato migliore che garantisce sicurezza e ordine durante la crisi, acquisendo così una nuova legittimità sociale. I modi e i mezzi per trarre profitto dalla situazione sembrano infiniti. Anche Nicola Gratteri, Procuratore Capo di Catanzaro, ha espresso alla DPA la sua preoccupazione per le interruzioni dei procedimenti contro la mafia; le udienze non si stanno svolgendo.

Ma al di là della crisi sanitaria, l’attività quotidiana della mafia è ancora in corso: nei porti del Sud Italia si è registrato un aumento del traffico di merci. La circolazione delle stesse è ancora possibile e i controlli alle frontiere stanno diventando meno severi. Sul quotidiano tedesco “Neues Deutschland”, Wolf H. Wagner scrive che attualmente entrano nel Paese più droghe del solito attraverso le rotte sudamericane e africane. Né il consumo di droghe diminuisce solo perché siamo rinchiusi nelle nostre quattro mura: la noia e la solitudine possono aumentare il desiderio di consumare sostanze illegali, anche per contrastare malattie mentali come la depressione. Il procuratore antimafia Federico Cafiero de Raho ha confermato al quotidiano La Repubblica: “Chiuse le piazze di spaccio, la droga viene consegnata a domicilio”.

Ciò che queste analisi mostrano, è che l’attività della criminalità organizzata non si ferma e, come il virus, può diffondersi facilmente; così facendo può ottenere il controllo di interi pezzi dell’economia e della politica. Anche se l’ordine sociale cambia e l’eccezione diventa la nuova norma, la criminalità si adatta per massimizzare i propri profitti.

© mafianeindanke, 2 Aprile 2020