Confisca dei beni in Germania: meglio tardi che mai?

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La Germania è il “paese della cuccagna” per la criminalità organizzata. Non solo per la relativamente bassa probabilità per gli indiziati di essere scoperti nella Repubblica Federale tedesca, ma anche per gli strumenti a disposizione della magistratura per perseguire e giudicare tali reati, che si sono rivelati poco efficaci negli ultimi anni. Questa situazione è evidente già da tempo ed è il momento di fare un passo in avanti.

La riforma, a lungo discussa, della legge sulla confisca dei beni è stata approvata dal Parlamento tedesco il 13 aprile 2017 ed entrerà in vigore il 1 luglio. In essa vengono regolati aspetti chiave della legge sulla confisca. La legge in questione, infatti, potrà in futuro essere applicata anche per i casi di associazione a delinquere, così come per casi di terrorismo, traffico di esseri umani, droga, armi, ma anche frode, evasione fiscale e pedopornografia.

Rispetto al regolamento precedente, la nuova versione include una modifica centrale, che è quella dell’onere della prova. Ciò determina che, in seguito all’entrata in vigore della nuova legge, i beni di origine sconosciuta o poco trasparente possono essere confiscati anche in assenza di prove della loro provenienza illecita. In concreto, ciò significa che la persona accusata dovrà provare l’origine legale di tali beni, se questi ultimi non possono essere stati plausibilmente acquistati con il proprio reddito. Un esempio tra tutti, ai mafiosi che da semplici ristoratori possiedono una schiera di auto di lusso e ville, possono essere ora confiscati i beni dei quali loro stessi non riescono a provare la provenienza legale.

Un’ulteriore modifica presenta la possibilità di confisca dei beni anche oltre la prescrizione del reato, per cui tale confisca potrebbe avvenire anche a trenta anni dalla prescrizione. Inoltre, sarà possibile restituire alle vittime una compensazione dello stesso valore del bene nel caso in cui quest’ultimo non fosse più in possesso del reo. La magistratura dovrebbe quindi garantire alla vittima un bene sostitutivo di pari valore, nel caso in cui il reo non possedesse più il bene originale.

Anche se l’onere della prova è stato promosso da anni come un mezzo efficace nella lotta alla criminalità organizzata e le leggi a riguardo portano a grandi successi in Italia nella lotta alla mafia, ci sono anche voci critiche che mettono in dubbio la costituzionalità della legge, in quanto potrebbe influenzare la presunzione di innocenza e il libero giudizio della Corte. Non per ultimo viene criticato il fatto che il vero obiettivo di protezione delle vittime in realtà viene a mancare, dato che il risarcimento e consegna alle vittime del bene avverrà dopo il processo legale, quindi probabilmente parecchi anni dopo il verificarsi del danno.