Come si costruisce un percorso di successo contro la criminalità organizzata?

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Libera è nata 20 anni fa, e nel frattempo sono cambiate molte cose: da qui la necessità delle “Officine Libere”.

Libera è conosciuta da tutti per il suo grande impegno in materia di beni confiscati: la sua storia nasce infatti grazie alla spinta della società di volere una legge in materia di confisca, e si è sempre posta come punto di incontro di molte associazioni, scuole, e tante altre realtà sociali. Collabora inoltre con tante organizzazioni internazionali, tra cui “Mafia?Nein, Danke!”.

“Innovazione Libera” è ciò che definisce la nuova faccia di “Libera Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie”: l’associazione si è messa in gioco, ha chiesto ai volontari quali siano le esigenze dei territori e cosa può fare l’organizzazione per implementare il lavoro dei tanti che si occupano tutti i giorni di antimafia sociale, coscienza civile, diritti, in-formazione, beni confiscati, memoria e molto altro. Queste due giornate di formazione a Napoli sono state la tappa finale del tour nazionale di progettazione partecipata “Officine Libere” e delle “Summer Schools “GIA’”: l’idea è quella di avere dei progetti che siano aperti, inclusivi e partecipati, tirando le conclusioni del lavoro svolto fino ad ora, per ripartire subito riadattando ed innovando.

Grazie al confronto dei volontari provenienti da tutte le regioni italiane, si sono creati momenti di contaminazione e condivisione di buone pratiche, metodologie innovative e percorsi formativi. Erano presenti le istituzioni nelle figure di Alessandra Clemente (assessore alle politiche giovanili al Comune di Napoli) e Giampiero Capasso (Direttore Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata). Hanno manifestato una grande soddisfazione per la massiccia presenza di giovani volontari impegnati socialmente, incoraggiandoli a continuare il loro percorso facendo rete e dando importanza alle peculiarità di ogni singolo territorio e tessuto sociale.

Ci sono stati contributi esterni che hanno aggiunto nuovi spunti al dibattito:

Flavia Montini, con il suo cortometraggio “Come un Castello”, girato nel quartiere di Tor Sapienza a Roma, ha spostato l’attenzione su temi quali l’autonomia, l’isolamento, la periferia, i giovani e gli spazi di aggregazione. La diversità del contesto periferico degli altri paesi europei, rispetto a quello italiano, sarà un argomento di cui tratteremo grazie ad un progetto da noi elaborato: attraverso un percorso educativo sviluppato con alcuni studenti, analizzeremo il significato del concetto di “Periferia” a Berlino.

L’impronta internazionale è stata data grazie alla nostra presenza, insieme alle associazioni “Libera International”, “Cinemovel” e “Deina”: sono realtà molto diverse tra loro, accomunate dallo scopo di condividere strumenti ed idee per l’implementazione della coscienza civile in Europa.

Non si è parlato soltanto di legalità ed antimafia, il workshop ha riguardato anche la giustizia sociale, nuove forme di economia, sistemi innovativi di produzione del diritto, beni comuni ed istruzione.

Le richieste conclusive dei referenti regionali di Libera riguardano quindi l’ampliamento dell’offerta formativa da parte dell’associazione, in modo che possano prepararsi al meglio per attivare la società, il miglioramento delle metodologie di comunicazione tra presidi, ed infine l’informatizzazione dei materiali utilizzati nei vari percorsi formativi,