“I Cento Passi” a Berlino

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Claudio Fava è un politico, un giornalista, uno scrittore, sceneggiatore del film I Cento Passi, insieme a Monica Zapelli e Marco Tullio Giordana,.

Domenica 23 novembre 2014 all’interno del programma del Cineaperitivo del Kino Babylon di Rosa-Luxemburg-Platz, Mafia? Nein Danke lo ha invitato per la proiezione del film. Hanno atteso l’evento in così tanti che è stata improvvista una seconda sala per dare la possibilità a tutti coloro che erano in fila di partecipare.

La storia de I Cento Passi è la storia di una ribellione, non solo contro la Mafia, ma per la libertà; è la storia di Peppino Impastatola storia di una lotta attuata attraverso l’ironia di una voce alla radio ed il coraggio di perdere tutto: la propria famiglia, la propria pace, la propria vita.

Peppino Impastato è morto nel 1978, nel giorno del delitto Moro e la sua storia e la sua tragica fine sono rimasti ignoti alla massa, oscurati dalla tragedia nazionale, per più di vent’anni, sino all’uscita del film. Per molto tempo infatti la versione ufficiale della morte di Peppino è stata che fosse morto nel tentativo di organizzare un attentato. La ricostruzione del percorso controcorrente di Peppino è stata resa possibile attraverso i racconti della madre, a cui si deve la sua memoria.

Claudio afferma, in risposta ad una delle domande del pubblico nella discussione che ha seguito la proiezione del film: “Peppino era pericoloso anche da morto, perché dimostrava la fragilità della Mafia, come un gigante dai piedi d’argilla che può essere combattuto persino con l’ironia”.

La figura di Peppino, così come la figura della madre, che ha continuato a battersi senza paura e con grande dignità, sono un esempio eccellente per poter comprendere ancora oggi che cosa si intenda per antimafia sociale.

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Claudio Fava si è inoltre reso disponibile a presentarci il suo libro Teresa, presso la libreria Mondolibro. Anche questa è la storia di un personaggio sui generis, una donna dal carattere forte, che, dopo la morte del padre, ammazzato dalla Mafia, emigra dalla Sicilia verso Roma. Teresa è una ragazza che sa sorridere e ridere, con un senso appassionato della vita. Per lavoro tiene compagnia ai malati terminali e, tra questi, incontra Libero Ferrari, un ruvido e scorbutico ex brigatista, condannato per omicidio. Questo incontro le permette di confrontarsi con la morte del padre e con l’omicidio in generale e le fa nascere il desiderio di vendicarsi, uccidendo il Rosco, mandante dell’uccisione.

Claudio ci racconta che per lui è stata una sfida impersonificarsi in un personaggio femminile, di trent’anni, età, a suo avviso, straordinaria poiché si percepisce la propria esistenza come se si avessero ancora tante vite da vivere. Teresa, inoltre, con la sua forza e la sua ribellione, rappresenta la generazione dei ragazzi di Addio Pizzo, i cui genitori pagavano il pizzo come se fosse qualcosa di normale, come se non comportasse il fatto di subire una violenza, come se fosse una cosa necessaria da fare che solo in seguito si è cominciato ad identificare come violazione di un diritto.

Con questo racconto Claudio sembra quasi voler banalizzare il male, rompendo la dicotomia ed il gioco tra carnefici e vittime, riportando tutti noi a riflettere su cosa vuol dire lottare per la propria vita, non solo contro la Mafia. Ricordandoci che questi coraggiosi (come era stato il padre di Teresa) che hanno rifiutato di “scendere a patti con il diavolo” non erano eroi ma uomini e donne che, controcorrente, si rifiutavano di accettare ciò che tutti gli altri facevano finta di non vedere.

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Giovanni Giuseppe Claudio Fava, comunemente detto Claudio Fava (Catania, 15 aprile 1957), è un politico, giornalista, sceneggiatore e scrittore italiano.

Già Coordinatore Nazionale del movimento Sinistra Democratica e Parlamentare europeo, è stato Coordinatore della Segreteria nazionale di Sinistra Ecologia Libertà. È deputato della XVII Legislatura (eletto con SEL, dal giugno 2014 nel Gruppo Misto).

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