Recensione del libro “La mafia in Germania. La pentita Maria G. fa le valige”

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“La mafia in Germania. La pentita Maria G. fa le valige” di David Schraven, Maik Meuser, et al., Econ. marzo 2017 (titolo originale in lingua tedesca: ‘Die Mafia in Deutschland. Kronzeugin Maria G. packt aus’)

Il libro, scritto da più autori, racconta la storia di una giovane calabrese, Maria G., una pentita di ‘ndrangheta nata in Germania (più precisamente a Backnang, vicino Stoccarda) che ha passato l’infanzia tra il Baden-Württemberg e Rossano, in Calabria. É stata costretta dai genitori a sposare un ‘ndranghetista e ha dovuto da allora condurre una vita in prigione, una prigione i cui muri erano fatti di intimidazioni, minacce, violenza fisica e tradimenti. Alla fine è stata anche costretta a diventare complice di vari reati, trasportando ad esempio della droga.

Il libro, attraverso la storia di Maria, racconta la mentalità della mafia. Il padre, ad esempio, vuole evitare che i suoi figli conoscano altre culture, e di conseguenza altri modi di pensare: quindi costringe la famiglia a trasferirsi in Calabria, dove può avere la certezza che i bambini non abbandonino la mentalità mafiosa; un altro episodio rilevante è quando Maria e la sorella più grande, rispettivamente di 12 e 16 anni, non vengono mandate a scuola in Germania, ma piuttosto in una fabbrica, dove vengono costrette a lavorare sulla catena di montaggio. Maria non ha mai potuto imparare il tedesco.

Adesso Maria G., con il supporto di giornalisti e della polizia, ha deciso di uscire allo scoperto.  “Sanno dove sono” dice – un passo straordinariamente coraggioso, che altri due pentiti di ‘ndrangheta hanno pagato con la vita.

Sono anche molto interessanti i capitoli in cui la vita di Maria si intreccia con altre storie di mafia in Germania: ad esempio, il caso di Mario L. e Günther Oettinger (Stoccarda), la mafia dell’edilizia nella regione della Renania Settentrionale-Vestfalia, la mafia al Bodensee, la compravendita di voti e brogli elettorali a Fellbach – e molte altre.

Un capitolo extra descrive la frustrazione degli investigatori, un tema che ricorre nel corso dell’intero libro: ancora e ancora le forze dell’ordine si scontrano con l’assenza di leggi anti-mafia in Germania. Qui i mafiosi potrebbero fondare un’associazione, con tanto di sede ufficiale e tessere associative – non sarebbe penalmente rilevante. Il secondo ostacolo più esasperante nella battaglia antimafia è il cosiddetto “onere della prova”: in Germania, gli investigatori non hanno il permesso di chiedere l’origine dei proventi di, ad esempio, un pizzaiolo, con reddito mensile ufficiale di 1000 euro, che ha ciononostante acquistato numerosi immobili.

Il libro si conclude con la descrizione dei 52 clan di ‘ndrangheta residenti in Germania e ne elenca anche le rispettive attività.   

Gli autori hanno dovuto complessivamente studiare migliaia di pagine di atti giudiziari e hanno condotto numerose interviste sia in Germania che in Italia. Di conseguenza, il libro risulta particolarmente degno di nota sopratutto per coloro che si interessano al lavoro investigativo della polizia, oltre che alla mafia in Germania.

Oltre al libro, vi è anche un documentario (RTL Extra) e altri rapporti del centro di ricerca “Correctiv” apparsi anche su „Stern“ e sul quotidiano „Stuttgarter Zeitung“.