Stefania Limiti a Berlino presenta il “Doppio livello”

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“Dobbiamo ricostruire questa nostra memoria, capire che cosa è successo, chi ha voluto la strategia della tensione. Dobbiamo farlo non solo per onorare le vittime delle stragi, ma per capire chi ha voluto che il nostro Paese fosse così ingovernabile, così fragile, non in grado di esprimere una propria sovranità. Però la verità dobbiamo conquistarcela, è un lavoro di ricomposizione che va fatto in ogni sede possibile, perché la ricostruzione della memoria politica del nostro passato è la premessa fondamentale per il nostro futuro.” Stefania Limiti

 Mafia? Nein Danke ha incontrato venerdì scorso, 17 ottobre, presso Mondolibro, libreria italiana a Berlino, Stefania Limiti, giornalista ed autrice di inchieste che ripercorrono gli anni bui della Repubblica italiana, gli anni dello stragismo, dal secondo dopoguerra alla strage di Capaci. La presentazione del suo ultimo libro Doppio livello. Come si organizza la destabilizzazione in Italia”, moderato da Verena Zoppei, membro dell’associazione già dai primi anni, è stato un momento di interessante discussione ed approfondimento che ha trovato un pubblico coinvolto ed interattivo.

Punto di partenza del libro è il mistero che, ancora oggi, avvolge i fatti drammatici avvenuti nel nostro paese, dagli attentati politici di destra e di sinistra alle stragi di Mafia, i cui responsabili sono spesso rimasti impuniti. Con un lavoro di ricostruzione dei procedimenti giudiziari durato anni e attraverso testimonianze inedite,Stefania Limiti ha cercato di identificare chi e come abbia organizzato la destabilizzazione in Italia, indebolendo la classe politica, deteriorando la classe dirigente, snervando la democrazia, influenzando il futuro politico. Le sue indagini partono dal presupposto che la verità giudiziaria sia una verità logico formale e che la storia politica italiana non si possa ricostruire unicamente tramite la storia dei processi.

Il “doppio livello”, da cui prende il nome il suo libro, è uno strumento per spiegare il progetto di potere organizzato, il cui esito finale è sempre stato quello di camuffare e coprire con “false bandiere” – costituenti appunto il doppio livello – il reale corso degli avvenimenti.

A Berlino l’autrice ci racconta il doppio livello partendo dalla strage di Capaci. Chi sono dunque gli uomini che hanno fatto le stragi accanto alla Mafia, chi erano i veri mandanti? Stefania Limiti ci spiega che si tratta di uomini e agenzie che hanno lavorato affinché l’Italia fosse un paese fragile ed ingovernabile, strutture occulte la cui presenza è stata per lungo tempo negata ma che gli elementi raccolti dalle indagini e dalle riflessioni e sentenze di molti magistrati hanno portato alla luce.

Per ammazzare Falcone “due picciotti buoni bastavano” afferma un detenuto affiliato a Cosa nostra nel libro della Limiti. Sarebbe stato sufficiente seguire il modello dell’omicidio mafioso tipico, ed eliminare il giudice direttamente a Roma. Invece i fatti seguirono un corso diverso.

La discussione si è articolata partendo dalla ricostruzione delle dinamiche della strage e sul perché la Mafia c’entri solo in parte. Come ignorare le tracce di esplosivo militare che è stato ritrovato sulla scena del crimine, esplosivo impossibile da reperire sul mercato nero? Sospetto è anche il ritrovamento di alcuni oggetti nella zona dell’esplosione non riconducibili ai mafiosi, la presenza di alcuni operai non identificati che il giorno prima furono visti lavorare su quel tratto di strada, il sorvolo dell’area di un elicottero non registrato, il black out telefonico dei cellulari nella zona della strage e la manomissione del computer di Falcone.

Stefania, citando Di Carlo, parla di Falcone come di un uomo che aveva acquisito una conoscenza dei meccanismi ed organismi italiani di alto livello, che era riuscito a capire che in Italia esistevano poteri invisibili.

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Proprio le indagini di Falcone e le sue scoperte pericolose ci portano indietro nel tempo, alle stragi ed attentati politici. L’autrice ci racconta la nascita della cosiddetta Rete atlantica e come sia stato possibile che uomini della Nato operativi nelle basi italiane e funzionari Cia abbiano stretto legami forti con appartenenti a gruppi neofascisti, da Ordine Nuovo ad Avanguardia nazionale, e che abbiano quindi pilotato alcune delle loro operazioni, al fine di destabilizzare il paese e di influenzarne la vita politica.

Purtroppo Stefania ci avverte che la destabilizzazione è ancora in atto. Essa ha assunto, però, altre spoglie, e viene condotta a livello finanziario, tramite operazioni di cui è ancora difficile definire la mappatura. Di certo la mafia non ne è rimasta fuori.

Stefania Limiti è nata a Roma ed è laureata in Scienza politiche. Giornalista professionista, ha collaborato con varie testate su temi di attualità politica. E’ autrice de I FANTASMI DI SHARON (2002), di “MI HANNO RAPITO A ROMA”. MORDECHAI VANUNU SEQUESTRATO DAL MOSSAD, LA BOMBA ATOMICA ISRAELIANA, UNA SPY STORY (2006) e de IL COMPLOTTO. LA CONTROINCHIESTA SEGRETA DEI KENNEDY SULL’OMICIDIO DI JFK (2012). Con Chiarelettere ha pubblicato L’ANELLO DELLA REPUBBLICA (2009), più volte ristampato.

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